mercoledì 23 dicembre 2009

Le comunicazioni clandestine

«(Le famiglie che sostenevano i partigiani)… Ci ospitavano, ci nutrivano, ci fornivano le biciclette, ci recapitavano i messaggi, tenevano in casa depositi e archivi, e magari anche la trasmittente clandestina, e addirittura l’operatore della trasmittente clandestina» I piccoli maestri – Luigi Meneghello

Durante la resistenza, i canali di comunicazione fra i partigiani e gli alleati erano le staffette e le radiotrasmissioni clandestine. La più importante tra queste era Radio Londra, una stazione radiofonica della BBC che trasmetteva contenuti specifici in tutta l’Europa continentale. Questa emittente era promossa dal primo ministro inglese, Winston Churchill. Le trasmissioni iniziavano sempre con le prime note della 5° sinfonia di Beethoven, che in codice morse corrispondono alla lettera “V”, iniziale della parola “victory”, il motto di Churchill. Si proseguiva con i messaggi degli ascoltatori o con quelli del governo britannico ai combattenti e ai partigiani.

I messaggi destinati al fronte venivano letti dal colonnello Harold Stevens, ed erano coperti da segreto militare; questo li rende ancora oggi indecifrabili. Di seguito ne è riportato uno:

“...Parla Londra, trasmettiamo alcuni messaggi speciali. Felice non è felice; è cessata la pioggia; la mia barba è bionda; la mucca non dà latte; Giacomone bacia Maometto; le scarpe mi stanno strette; il pappagallo è rosso; l'aquila vola. Parla Londra, abbiamo trasmesso alcuni messaggi speciali.”

Per portare ordini e messaggi ai partigiani era stato istituito un servizio di staffetta, composto principalmente da donne, che dovevano raggiungere gli insediamenti dei combattenti nel minor tempo possibile e cercando di non destare sospetti. Le staffette correvano tanti rischi quanti ne correvano i resistenti: spesso per portare i messaggi bisognava scappare dai fascisti e dai tedeschi, trascorrere varie nottate all’aperto e faticare per trasportare viveri e indumenti.


Alberto Corato

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