domenica 10 gennaio 2010

L'insurrezione di Padova



Camminavamo in mezzo alla strada, andando incontro all’ottava armata.[...] Com’è strana la vita, sono arrivati gli inglesi. Benvenuti. Questi carri sono i nostri alleati. [...] “Benvenuti” dissi. “La città è già nostra”. [...] Rientrammo in città seduti sul carro chiacchierando a urli con gli inglesi.
-Luigi Meneghello; I Piccoli Maestri-


Il giorno 28 aprile (e la notte del 27) furono per Padova storici. Divenuta per alcune ore teatro di una violenta schermaglia urbana tra truppe tedesche della R.S.I. e partigiani, la città fu infine liberata poco dopo lo zenit dai combattenti volontari padovani, che costrinsero alla resa anche i soldati tedeschi di stanza fuori città, appartenenti alla ventiseiesima divisione. I partigiani che operarono alla liberazione non sono assimilabili ad una sola delle tante “bande” che imperversavano contro i tedeschi nel triveneto, bensì al più generale comando del CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, o meglio la sua divisione veneta; avente fra i maggiori esponenti popolari alcuni dei più insigni professori dell’Università di Padova (fungente anche da sede, all’occorrenza), che non a caso ricevette la medaglia al valore militare. Come detto prima, furono più le azioni dei partigiani, che non quelle degli Alleati, a liberare Padova dal giogo nazista. Già nei giorni precedenti erano andate in porto alcune azioni preparatorie –sagacemente studiate-, come la postazione di soldati nei pressi dei ponti sul Brenta, pronti ad occuparli allo scattare della controffensiva, per bloccare gli spostamenti della Xª Flottiglia MAS. Proprio questa occupazione fu vitale per la ribellione: senza poter avere una mappa chiara dei luoghi di scontro, la Xª ordinò un attacco d’artiglieria su vasta scala, con morti da ambo gli schieramenti, per poi essere costretta alla ritirata dai vari presidi sui ponti. La disorganizzata guerriglia di strada volse ben presto a favore dei padovani: grazie al presidio armato di molti edifici, i partigiani ebbero facilmente la meglio sulle ignare truppe tedesche, impossibilitate ad eseguire gli ordini del feldmaresciallo Kesserling, che continuava a ordinare la resistenza ad oltranza (via radio). La resa, voluta dalla divisione Platzkommandantur, fu firmata in una sala del Convento di S. Antonio, alla presenza dei capi del CLN, dal comandante della divisione sopraccitata, appunto. I caduti partigiani furono 224, quelli civili più di un centinaio. I tedeschi, dal canto loro, lasciarono sul terreno ben 500 uomini, mentre gli arresi furono 19.500. L’XIIIª Armata Inglese giunse al termine degli scontri, appena in tempo per prendere in consegna i prigionieri, da scortare al tribunale marziale di Venezia; e godersi il plauso delle folle.
Dal Zovo Luca

4 commenti:

  1. Vedendo i commenti avanzati sul lavoro del "presunto" Lazzari, mi devo congratulare con me stesso per essermi ricordato di giustificare il testo poco prima di postarlo (fiuu), ma la mia perplessità è la seguente:
    non ho controllato, ma quasi sicuramente ho "sforato" il tetto dei 2000 caratteri, quindi mi domandavo, vista l'assenza di sue note al riguardo, se devo sfoltire il racconto o lasciarlo tale e quale è adesso.
    (indirizzato al prof. Ariot s'intende)
    Dal Zovo Luca

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  2. Ottimo lavoro, post molto ben curato e dettagliato. Dopo aver visto il film e aver letto il libro de "I Piccoli Maestri" non pensavo che i nazisti rimasti a Padova fossero così tanti.Sembra perfino incredibile che le forze partigiane, inferiori per numero e armamenti, siano riuscite a trionfare solamente credendo fermamente in quello che credevano. Complimenti ancora.
    Gian Marco

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  3. concordo con Gian Marco circa la qualità del post. Anche io sono rimasto sorpreso dall'esito della guerriglia, infatti avrei dato per certa la vittoria dei tedeschi perchè erano più organizzati, avevano armi più tecnologiche ed erano persino più crudeli, per così dire, dei partigiani. Questi ultimi però hanno saputo combattere con il cuore e hanno difeso la loro città per l'amore che provavano per essa e per l'odio verso gli invasori nazisti, secondo me è stato questo che gli ha fatti vincere, un'altra colpa del'esercito tedesco è stata sicuramente quella di non aver capito le azioni dei partigiani ma ancor più grave l'averli sottovalutati.
    Munaretto Giovanni

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  4. In realtà il successo dei partigiani, numericamente inferiori e meno armati, è per lo più ascrivibile all'enorme pressione esercitata sui Tedeschi dalle truppe alleate che ormai circondavano la città.
    Michele

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