domenica 10 gennaio 2010

LA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA



Nel dicembre dell’anno millonovecentoquarantatrè, il governo fascista istituì un nuovo corpo militare, la Guardia Nazionale Repubblicana (GNR). Essa incamerò i reali carabinieri e la polizia dell’africa italiana (ossia la polizia coloniale) e prese posto, guidata dall’ex Presidente Renato Ricci, nella Repubblica Sociale Italiana.
Questo nuovo organismo arrivò a contare un esercito di più di centoquarantamila uomini, che mantennero le loro vecchie uniformi rimuovendo però le stellette delle forze armate regie dai loro alamari (L’alamaro era un tipo di allacciatura).
Tale organizzazione risultò estremamente radicata nel territorio grazie all’unione dei distaccamenti territoriali della Milizia e dell’Arma. Nonostante la sua potenziale efficacia operativa, spesso venne a scontrarsi con la diffidenza e l’aperta ostilità delle forze germaniche alleate: più di qualche volta i comandi tedeschi negarono alla GNR la possibilità di usufruire delle caserme, poste sotto il loro diretto controllo.
Solo con l’intervento personale di Benito Mussolini e un suo collaboratore si poterono dare alla GNR rifornimenti. Questi non furono sempre utilissimi, poiché consistevano in vecchi fucili.
La GNR possedeva più milizie armate: ferroviaria, portuaria, post telegrafonica, montagna e foreste, frontiera ed infine quella stradale. Come viene descritto nel libro di Meneghello, la GNR di montagna operava spesso rastrellamenti che costringevano i partigiani a nascondersi o ad impugnare le armi.
Dopo circa un anno dalla sua fondazione,nell’agosto del millenovecentoquarantaquattro, la Guardia Nazionale Repubblicana venne inglobata nell’Esercito Nazionale Italiano come prima Arma delle Forze armate. Nonostante ciò, essa continuò a compiere un lavoro di sicurezza dietro le linee del fronte in ausilio delle forze germaniche, fino a quando, nel millenovecentoquarantacinque, verrà sciolta definitivamente.

Samuele Saggiorato

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