Nel libro” I piccoli maestri ”di Luigi Meneghello si capisce che la guerra cambia la mentalità delle persone. È semplice durante un combattimento ,con la paura di morire, prendere il parabello, sparare e magari uccidere qualche avversario .Ma è difficile riflettere quando tutto è finito. Quando la guerra è finita all’inizio il soldato prova gioia per avere la fortuna di essere in vita,ma dopo un po’ la maggior parte dei soldati comincia a riflettere sulle loro azioni e ricordono quelle terribili immagini . Le statistiche dimostrano che una grande percentuale dei reduci di guerra ha problemi psicologici. Al continuo ricordo di spari,feriti e morti si reagisce in modo diverso. Ci sono reduci che riescono ad opprimere i ricordi e a far finta che tutto non sia accaduto. Questi cercano di vivere senza soffermarsi su quei momenti,ma ogni tanto i ricordi ritornano. Poi ci sono soldati tormentati dai ricordi così tanto da cadere in depressione e qualcuno riesce dopo una cura ad uscirci, ma altri no. Infine si riscontra un modo di reagire più drammatico,il suicidio . Quando le terribili immagini ti perseguitano qualcuno preferisce farla finita. Richard Gabriel certifica che durante la seconda guerra mondiale l’esercito americano ha subito una perdita di 504000 uomini a causa di collassi psichiatrici . Lo studio di combattenti dell'Esercito degli Stati Uniti sulle spiagge della Normandia ha rilevato che dopo 60 giorni di lotta continua il 98% dei soldati sopravvissuti erano diventati vittime psichiatriche e il restante 2% identificati come "aggressive personalità psicopatiche. I politici alla fine di una guerra si sono preoccupati di molti aspetti , tralasciando però i problemi psicologici che hanno causato la continua lotta ai sopravvissuti.
Marta Iselle