lunedì 19 ottobre 2009

Tra ironia e avventura, la resistenza come formazione


Abbiamo cominciato a leggerti, libro.
Questo "I Piccoli maestri" di Meneghello ci è immediatamente piaciuto, fin dalle prime pagine. Ci sei sembrato subito simpatico perchè parli facile e ti fai capire. Sappiamo che ora devi essere quello alla mano perchè più avanti arriveranno episodi difficili da mandare giù, nudi e crudi, reali, sofferti.
Parlare di guerra per noi che l' abbiamo vista solo con il binocolo nei libri di storia o dal racconto dei nonni non è cosa semplice. Rischiamo di adottare quel superficiale distanziamento di chi prende tutto alla leggera.
E' per questo che vogliamo entrare bene dentro di te, leggerti e rileggerti, approfondirti, osservarti e poi ancora usarti con lo sguardo consumato di chi vuole scoprire tutto e più di tutto.
Siamo pronti e cominciamo subito, uno dopo l' altro, a navigare a vista fra i riferimenti che ci dai, di un paesaggio a noi già un po' noto che ancor di più lo diventerà.
Approfondiremo, uno dopo l' altro, gli aspetti che troviamo e che ci incuriosiscono ( o incuriosiscono il professore, che sarebbe il sottoscritto) per aver più chiaro ciò che ci racconti. E' un esperimento di critica monografica, binomio di sostantivi dall' aspetto ambizioso, perchè siamo convinti che anche un gruppo si studenti 15enni hanno qualcosa da dire di questo mondo che stiamo andando ad esplorare.
Piccoli maestri, come piccoli studenti o piccoli uomini e donne. Piccoli, perchè si è sempre piccoli davanti a realtà come la guerra ( in negativo), e l' amore ( in positivo), due tra i grandi temi presenti in questo romanzo.
procederemo disordinatamente nei contenuti, ma ordinatamente rispetto al libro. Ogni qualvolta si trovi qualcosa di utile e interessante per comprendere meglio il romanzo, lo sventreremo e proporremo un bel post di ricerca.
L' ambizione è quella di scriverne almeno uno alla settimana. No, direi almeno due.
Si vedrà.

Buon lavoro,
e soprattutto buona lettura.

Prof. Simone Ariot

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