Il bersagliere ha cento penne
e l’alpino ne ha una sola
il partigiano ne ha nessuna
e sta sui monti a guerreggiar.
(Canto partigiano 1985)
I partigiani erano guerriglieri volontari di origine popolare riuniti nel comune intento di opporsi militarmente e politicamente al governo della Repubblica Sociale Italiana e degli occupanti nazisti.
Migliaia di giovani partirono senza sapere a cosa andavano incontro e furono gli unici a dover combattere durante una guerra senza una divisa unitaria; dovevano perciò provvedere personalmente al loro vestiario con ciò che disponevano, molto spesso non adeguato a ciò che dovevano realmente fare. Gli uomini erano vestiti con giacche militari, camicie rosse, semplici giacche da borghesi ornate da fazzoletti di vari colori usati per distinguersi (rosso, azzurro, verde) insieme a distintivi diversi per ogni gruppo: stella rossa per le brigate Garibaldi, scudetto metallico con fiaccola fra le lettere G e L per i Giellisti, coccarde tricolori per gli autonomi. Probabilmente ciò che contava maggiormente per questi giovani era l’orgoglio di distinguersi attraverso questi simboli che fornivano un’identità per loro importante. Portavano inoltre cinturoni che si potevano sostituire con semplici spaghi, cartucciere, berretti militari e cuffie di lana. A volte spiccavano anche elementi fantasiosi come giubboni di pelliccia, cappelli pirateschi e alla cow-boy che poco avevano a che fare con il tema della guerra.
Le scarpe, non adatte ai piedi dei loro utilizzatori, erano sempre rotte poiché il tanto camminare le consumava a poco a poco e per i partigiani era come essere scalzi.
Nelle formazioni di montagna resistevano solo i più decisi, i partigiani veramente convinti; durante queste campagne si assisteva ad una miglioria dell’equipaggiamento poiché coloro che abbandonavano la guerra dovevano lasciare ai compagni che restavano quanto di meglio possedevano: scarpe, maglioni, coperte....
I tanti colori che dipingevano l’esercito partigiano lo facevano assomigliare ad un arlecchino, privo di divisa ma altrettanto colorato.
Migliaia di giovani partirono senza sapere a cosa andavano incontro e furono gli unici a dover combattere durante una guerra senza una divisa unitaria; dovevano perciò provvedere personalmente al loro vestiario con ciò che disponevano, molto spesso non adeguato a ciò che dovevano realmente fare. Gli uomini erano vestiti con giacche militari, camicie rosse, semplici giacche da borghesi ornate da fazzoletti di vari colori usati per distinguersi (rosso, azzurro, verde) insieme a distintivi diversi per ogni gruppo: stella rossa per le brigate Garibaldi, scudetto metallico con fiaccola fra le lettere G e L per i Giellisti, coccarde tricolori per gli autonomi. Probabilmente ciò che contava maggiormente per questi giovani era l’orgoglio di distinguersi attraverso questi simboli che fornivano un’identità per loro importante. Portavano inoltre cinturoni che si potevano sostituire con semplici spaghi, cartucciere, berretti militari e cuffie di lana. A volte spiccavano anche elementi fantasiosi come giubboni di pelliccia, cappelli pirateschi e alla cow-boy che poco avevano a che fare con il tema della guerra.
Le scarpe, non adatte ai piedi dei loro utilizzatori, erano sempre rotte poiché il tanto camminare le consumava a poco a poco e per i partigiani era come essere scalzi.
Nelle formazioni di montagna resistevano solo i più decisi, i partigiani veramente convinti; durante queste campagne si assisteva ad una miglioria dell’equipaggiamento poiché coloro che abbandonavano la guerra dovevano lasciare ai compagni che restavano quanto di meglio possedevano: scarpe, maglioni, coperte....
I tanti colori che dipingevano l’esercito partigiano lo facevano assomigliare ad un arlecchino, privo di divisa ma altrettanto colorato.
Alessia Zaroccolo
Penso che come dovevano vestirsi non fosse il problema principale dei partigiani: per la loro causa andava bene qualsiasi cosa fosse in contrasto con il fascismo; come veniva svolta aveva sì la sua importanza, ma era il messaggio di protesta l'elemento principale. Certo avere un equipaggiamento più adeguato avrebbe fatto comodo non lo metto in dubbio, soprattutto le scarpe più adatte visto il territorio spesso accidentato dove transitavano...
RispondiEliminaLuca Mattarolo
Anch'io concordo con @luke94 infatti i partigiani andavano in guerra per diffondere il loro messaggio di protesta, per salvare e lottare per la libertà della propria patria che aveva bisogno del loro aiuto, e lo chiedeva indirettamente.
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